L’ autismo è un problema di salute che, negli ultimi 20 anni, ha assunto proporzioni gigantesche: nei paesi sviluppati un bambino su 100 mostra disturbi dello spettro autistico.

Se si considera che negli anni ‘70 il rapporto era di 1 a 10.000, si può comprendere come questo disturbo sia direttamente connesso con lo stile di vita dell’epoca moderna.

L’autismo e disturbi simili, come la sindrome di Asperger, presentano un insieme di sintomi che influenzano lo sviluppo mentale e motorio dei bambini.

La principale componente dei problemi presentati dal bambino è l’incapacità di comunicare con gli altri e con l’ambiente. La mancanza di comunicazione può avere diversi livelli. I due estremi dello spettro vanno dalla quasi completa incapacità di parlare e di rispondere, fino alla situazione in cui solo i genitori sono capaci di percepire la ridotta abilità del loro bambino.

Il fatto di non riuscire a comunicare con l’ambiente genera uno spettro di sintomi quali:

  • – Perdita della capacità di parlare
  • – Frustrazione
  • – Aggressività
  • – Difficoltà di comprensione
  • – Comportamenti ripetitivi
  • – Tic
  • – Disturbi del sonno

La gestione della comunicazione nel nostro corpo avviene principalmente attraverso il sistema nervoso centrale.
 

Cause malfunzionamento del sistema nervoso centrale

Epigenetica

Fino a poco tempo fa, l’autismo è stato descritto come una malattia con forte predisposizione genetica. Le nuove scoperte spostano la radice delle cause della malattia, dando un peso maggiore a fattori esterni acquisiti.
Il moderno approccio ora si basa su fattori genetici che influenzano la funzione dei geni stessi epigeneticamente (dalla parola greca επι- che significa -sopra di-).

I nostri geni non sono una cosa statica come pensavamo. Il DNA reagisce con l’ambiente e sotto diverse condizioni operative, si esprime in modo diverso.

Molti ricercatori si sono focalizzati su diverse ipotesi e ragioni per il rapido aumento dell’autismo. Ciascuno ha suggerito diversi studi per supportare la propria prospettiva.

L’esperienza clinica mostra comunque che i fattori implicati sono molteplici ed è necessario prenderli in considerazione tutti in uno sforzo per apportare dei miglioramenti nel campo dell’autismo.
 

Vitamina D e autismo

Nel Gennaio del 2010 cinque ricercatori della Harvard Medical School hanno pubblicato uno studio che ha esaminato il contributo dei fattori di rischio ambientali nell’incidenza dell’autismo.

Secondo i ricercatori, bassi livelli di vitamina D durante la gravidanza e nell’infanzia sono associati con mutazioni del DNA e sono un fattore principale per l’insorgenza dell’autismo.
La vitamina D in effetti partecipa alla correzione e all’espressione del DNA. Bassi livelli di vitamina D in gravidanza possono essere associati a danni irreversibili del sistema nervoso centrale del feto. Ed e’ per questo che la Società Pediatrica di Canada ha quintuplicato la dose giornaliera raccomandata per le donne in gravidanza (da 400 iu a 2000 iu).

La vitamina D, al di là della sua azione durante il periodo embrionale nello sviluppo del sistema nervoso, gioca un ruolo importante anche nel suo funzionamento. Ogni aumento dei livelli di 25(OH)D3 nel sangue di 10 punti (ngr/ml) è associato con un ridotto tasso di recidive in pazienti con la sclerosi multipla, in particolare del 25% negli adulti e del 34% nei bambini. Un aumento dei livelli di D3 fino a 20 unità possono ridurre del 50% le recidive della sclerosi multipla.
 

Carico tossico

Uno dei fattori principali che stanno dietro all’autismo, e forse dietro a qualsiasi malattia cronica, è la crescente carica degli agenti tossici nel corpo.

L’interruzione del normale funzionamento avviene attraverso due meccanismi:
1) Effetto tossico diretto sulle cellule del sistema nervoso centrale come nel caso del mercurio 


2) Attraverso l’accumulo di composti estranei alla vita (xenobiotici) che interferiscono con il funzionamento di ogni cellula nel nostro corpo.

Il mercurio è tra le sostanze più tossiche conosciute. La maggior parte dei metalli pesanti perde la loro tossicità se diluita abbastanza: 1 su 100 o 1 su 1000 volte. Il mercurio rimane tossico anche a diluizioni di 1 a 1 trilione (1 a 100 miliardi). Se, per esempio, prendiamo una quantità di mercurio pari ad un granello di sale e la diluiamo in una piscina olimpionica, l’acqua della piscina diventerà tossica!
Il nostro corpo è fornito di enzimi che sono responsabili della gestione ed eliminazione dei composti xenobiotici.
Si tratta di complessi meccanismi biologici responsabili della riparazione delle lesioni che giornalmente hanno luogo nei nostri corpi, ma che sopportano un grande carico tossico.
Il nostro corpo, da questo punto in poi, accumula tossine e lesioni e cosi’ diminuisce costantemente ogni possibilità di recupero.
 

Disturbi della funzione gastrointestinale

Una funzione gastrointestinale impoverita è un fattore di frequente ritrovamento nell’ambito degli studi relativi all’ autismo.
I principali cambiamenti riscontrati sono:

  • – Malassorbimento
  • – Alterazione della flora intestinale, funghi
  • – Produzione di neurotossine
  • – Disturbi nella produzione dei neurotrasmettitori
  • – Alterazione della permeabilità della mucosa intestinale

L’alterazione della flora intestinale agisce a diversi livelli. Come menzionato nei precedenti articoli i batteri “amici” che risiedono nel nostro corpo, sono 10 volte superiori al numero delle nostre cellule.
I loro geni sono 150 volte di piu’. E’ risaputo anche che un disturbo della flora batterica può influenzare l’espressione del genoma umano.

Maldigestione e malassorbimento del cibo conducono ad uno stato cronico di malnutrizione e di mancanza di micronutrienti essenziali. Significative carenze di magnesio, vitamine del complesso B, minerali e amminoacidi sono di frequente riscontro nei bambini con disturbi della crescita.

Il nostro sistema gastrointestinale è un secondo cervello ed è direttamente connesso con il sistema nervoso centrale. Il sistema gastrointestinale contiene 100 milioni di neuroni (le cellule nervose), superiori in numero a quelli del midollo spinale. Circa l’80% della serotonina del nostro corpo, insieme ad altri neurotrasmettitori (acido glutammico, dopamina e acido nitrico) sono prodotti nelle cellule intestinali.

Prendendo in considerazione la produzione di neurotossine da parte dei funghi e batteri patogeni che prosperano quando viene disturbato l’equilibrio della flora batterica, è facilmente comprensibile che una radicale alterazione della funzione gastrointestinale può influire direttamente sul sistema nervoso centrale.
 

Nuove speranze sull’autismo

Oltre ad una formazione specifica che aiuta il bambino ad integrarsi e a migliorare le abilità perdute, è fondamentale ristabilire una situazione più vicina al ottimo bilancio biochimico.

Il ripristino e l’applicazione di questi elementi nella pratica clinica, danno una nuova speranza nella lotta contro l’autismo. Attraverso le nuove ricerche inizia ad emergere sempre di più che l’autismo non è una malattia irreversibile causata da fattori genetici, ma l’incidenza di un serio disturbo che è stato influenzato dall’ambiente e dallo stile di vita.

Con delle analisi avanzate, utilizzando uno spettrometro di massa ad alta risoluzione, è possibile registrare il disturbo metabolico sottostante l’autismo in modo da poterci consentire di agire con maggiore accuratezza ed efficienza. Più precoce è l’intervallo dall’ insorgenza dei sintomi fino al inizio della cura, migliori sono i risultati.

Alla Vostra Salute!

_______________________________________

Fonti
Epigenetics
On the Aetiology of Autism
www.medical-hypotheses.com/article/S0306-9877(07)00537-3/abstract
www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2788022/?tool=pubmed
www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17920208
ordinalpos=1&itool=PPMCLayout.PPMCAppController.PPMCArticlePage.PPMCPubmedRA&linkpos=4
www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19068339
onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1651-2227.2010.01883.x/full
www.nature.com/embor/journal/v7/n7/full/7400731.html
onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1651-2227.2005.tb01904.x/abstract
www.nature.com/nrgastro/journal/v2/n9/full/ncpgasthep0259.html
www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20437559
www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20695012