Al giorno d’oggi risulta complicato sapersi giostrare di fronte alla miriade di informazioni che ci bersagliano riguardo all’alimentazione, è un’era in cui non è difficile ottenere informazioni, ma lo è sintetizzarle e interpretarle. Proveremo qui di seguito  a confrontare 2 diversi regimi alimentari famosi valutandone i pro e i contro.
Prima di farlo però è bene fornire quelle informazioni generali che aiutano a comprendere al meglio di cosa stiamo parlando.

I macronutrienti

Esistono delle unità fondamentali nella nutrizione che giocano un ruolo essenziale per la biochimica di un organismo e sono carboidrati, proteine, grassi e fibre:

— Partendo dai carboidrati, o glucidi, essi sono le biomolecole più abbondanti sulla Terra e la loro ossidazione è la via di produzione dell’energia più importante nelle cellule non fotosintetiche (non appartenenti alle piante). Sono anche elementi strutturali e protettivi nella parete dei batteri, delle piante e nel tessuto connettivo degli animali. Altre tipologie servono a lubrificare le giunture scheletriche e determinano l’adesione tra le cellule. Infine alcuni associati a proteine o a lipidi agiscono come segnali che determinano la localizzazione extracellulare o il loro destino. I carboidrati sono tra i principali alimenti dell’uomo in tutte le parti del mondo, quelli più semplici (farina, pasta, zucchero bianco, patate) sono i più veloci a fornire energia e ad essere trasformati in zuccheri ed entrare nel circolo sanguigno; quelli della frutta fresca, della verdura e dei cereali integrali invece, richiedono più tempo per essere digeriti a causa del loro contenuto di fibre. I glucidi forniscono mediamente 4 kcal per grammo.

— Passando alle proteine, esse sono macromolecole presenti in tutte le cellule e in tutti i compartimenti cellulari. Ne esistono migliaia di tipologie diverse anche all’interno della stessa cellula, variano per dimensione e funzionalità; sono gli strumenti molecolari attraverso cui si esprimono le informazioni genetiche. Le proteine sono costituite da sequenze lineari di aminoacidi. Sono proteine gli enzimi, gli ormoni, gli anticorpi, i trasportatori e tante altre sostanze con importante attività biologica, come la rigenerazione dei tessuti. Queste macromolecole servono anche a produrre energia, ciò avviene più lentamente rispetto ai carboidrati perché risultano più difficili da digerire. Sono reperibili maggiormente nella carne, pesce e uova e forniscono 4 kcal per grammo.

I lipidi sono un gruppo eterogeneo di composti chimici la cui proprietà più importante è l’insolubilità in acqua; da un punto di vista biologico hanno funzioni diverse: sono la principale forma di conservazione di energia in molti tipi di organismi, sono tra i più importanti elementi strutturali delle membrane biologiche, possono essere cofattori, trasportatori di elettroni, pigmenti per l’assorbimento della luce, creatori di interazioni idrofobiche, agenti emulsionanti, ormoni e messaggeri intracellulari. I lipidi risultano il composto più lento da metabolizzare (la loro digestione avviene a livello intestinale) e forniscono 9 kcal per grammo.

— Infine le fibre, non forniscono energia, né nutrienti né sono digeribili dall’uomo; sono tuttavia un tipo di carboidrato cruciale per regolare i processi digestivi e per la salute del colon. Si trovano in natura nella frutta fresca, nella verdura, nei legumi e nei cereali integrali.

Fatto questo excursus sui macronutrienti fondamentali e sulle loro caratteristiche, ora abbiamo le basi per analizzare una ad una le diverse diete con spirito più critico.

1)DIETA DISSOCIATA

L’obiettivo di questo regime alimentare, anche detta Dieta Dissociata, presentato per la prima volta dal Dottor William Howard Hay nel 1911, è quello di migliorare al massimo la digestione (non appesantirla o rallentarla) sfruttando le diverse modalità di  trasformazione dei cibi  in sostanze facilmente assimilabili dall’organismo. Infatti carboidrati, proteine e grassi, come visto precedentemente,  vengono digeriti a condizioni di tempo, temperatura, luogo e pH differenti fra loro.

Le linee guida sono:

1) Nello stesso pasto, mangiare una sola tipologia di cibo o più alimenti tra loro “compatibili” (generalmente appartenenti alla stessa categoria) ed evitare cibi elaborati;
2) Evitare di abbinare fonti proteiche di diversa natura (ad esempio carne e pesce o legumi e latticini);
3) Mangiare carboidrati complessi e zuccheri in pasti separati;
4) Bere molta acqua;
5) Evitare la classica abitudine di concludere il pasto con frutta e/o dessert; meglio consumare questi cibi da soli ed in momenti diversi della giornata;
6) Lo stile di vita moderno favorisce l’accumulo di tossine, è quindi consigliato aumentare il consumo di frutta e verdura che favoriscono la disintossicazione dell’organismo.

donna e cura alimentazione e dietaVantaggi: Dissociare l’assunzione di determinati alimenti potrebbe essere vantaggioso nella risoluzione di problemi digestivi acuti, ma per ottenere questo ha un maggior risultato l’eliminazione di cibi raffinati ed elaborati, che comunque rappresenta un punto cardine anche di altri regimi alimentari.

Svantaggi: Tenendo conto del fatto che tutti gli alimenti sono delle combinazioni dei diversi composti (anche se magari in proporzioni differenti) non è  possibile attuare una netta dissociazione dei vari nutrienti, inoltre il nostro apparato digerente è perfettamente in grado di gestire tali combinazioni.
Da una specifica ricerca svolta dall’Università di Ginevra non ci sono evidenze scientifiche che indichino che una dieta dissociata comporti maggiori benefici per la salute (valutati livelli di colesterolo, trigliceridi, insulina) rispetto ad un’altra dieta più bilanciata.

2) DIETA IPERPROTEICA

Tra le più famose ci sono la Dieta Dukan e la Dieta Atkins, esse consistono in un limitato consumo di carboidrati associato all’elevato apporto di grassi e proteine. Più specificatamente questi piani alimentari prevedono:alimentazione e dieta

1) Bere 2 litri di acqua al giorno;
2) Eliminazione di pasta, pane, riso, patate e cibi elaborati e raffinati;
3) Preferire le carni bianche alle rosse;
4) Limitare i formaggi grassi e stagionati;
5) Mangiare frutta secca e uova;
6) Sostituire la carne con 3 pasti di pesce e 3 pasti di legumi alla settimana;
7) Mangiare yogurt e bere latte;
8) Permettere l’uso di olio e burro.

Vantaggi: L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas in risposta all’ingestione di carboidrati. Esso è importante infatti perché permette al glucosio di entrare nelle cellule, abbassandone i livelli nel flusso sanguigno. Quest’azione si riflette con un aumento nel deposito di grasso, quindi in condizione di elevati livelli di glucosio nel sangue, l’organismo sarà portato ad aumentare la produzione di insulina e di conseguenza anche quella di grasso. Inoltre è dimostrato che l’insulina tende ad avere un ruolo pro-infiammatorio, Quindi diminuire l’apporto di carboidrati e compensare aumentando quello proteico è vantaggioso per mantenere costante i suoi livelli. Inoltre in questo modo viene stimolato quel processo detto lipolisi che serve a bruciare i grassi e favorire il dimagrimento.

Svantaggi: Per molto tempo nel mondo scientifico si è discusso se un aumento nell’apporto proteico potesse andare ad influire sulle funzionalità del rene, avendo questo un ruolo preponderante insieme al fegato, nell’eliminazione dell’azoto dalle proteine (processo detto deaminazione). Alcuni studi di Van Slyke et Al. dimostrarono  che danni renali a livello di filtrazione glomerulare erano correlati all’aumento di proteine (mediante sia esposizione cronica che acuta). È fondamentale però specificare che questi risultati sono stati riscontrati esclusivamente in casi in cui erano già presenti danni renali e non in individui sani.
In più la produzione di energia mediante il consumo dei grassi, piuttosto che dei carboidrati, e la velocizzazione del metabolismo comporta la produzione di composti chiamati corpi chetonici. Logicamente in una  condizione di elevata assunzione di proteine, la loro concentrazione aumenta , e possedendo un pH acido, possono andare ad instaurare nel tempo uno stato di chetoacidosi .

In conclusione

Tutti e 2 i regimi alimentari presi in esempio presentano caratteristiche con basi scientifiche più o meno avvalorate e non tutte in contrasto fra loro; anzi per molti fattori mantengono lo stesso filo conduttore (l’assunzione di molta acqua, dare estrema importanza alla colazione, eliminare il più possibile cibi raffinati ed elaborati, prediligere le carni bianche).

Ciò che va tenuto a mente è che esiste un’individualità metabolica, data dai diversi livelli ormonali e dai diversi ritmi circadiani. Questa diversificazione porta logicamente all’idea che ciò che fa bene ed è sano per un organismo può non esserlo allo stesso modo per un altro.

Inoltre alcuni fattori esterni, come condizioni ambientali o fonti di stress, portano il nostro metabolismo a comportarsi in maniera diversa e ad adattarsi quindi a tali situazioni.

Da qui ne consegue che bisogna sostenere l’organismo con un comportamento alimentare idoneo ai nostri fabbisogni nutrizionali, i quali possono variare nel tempo. Per far questo il miglior modo consigliato è quello di farsi affiancare da una figura specializzata.

Cura ut valeas!

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista
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Fonti:

http://journals.lww.com/tnpj/Citation/2006/10000/Popular_Diets__What_Practitioners_Should_Know.8.aspx
http://www.nutritionandmetabolism.com/content/2/1/25
Balancing proteins, fats and carbohydrates” by Shereen Jegtvig
I principi di biochimica di Lehninger“, David L. Nelson, Michael M. Cox; editore Zanichelli, quarta edizione
Come vivere fino a 150 anni“, Dimitris Tsoukalas, editore tgbook
http://www.my-personaltrainer.it/dieta/dieta-dissociata.html