Con il termine menopausa andiamo a definire la fine della fase fertile per una donna. Con l’arrivo di tale fase il ciclo mestruale si arresta poiché l’attività ovarica termina, si ha un blocco anche nella produzione degli ormoni coinvolti in questo processo fisiologico, ossia gli estrogeni.
Più specificatamente, se la menopausa rappresenta tecnicamente la fine del periodo di fertilità per una donna, la fase che la precede e che l’accompagna viene definita climaterio.
Durante questo stato la donna attraversa dei cambiamenti sia in ambito fisico-metabolico che nella sfera sessuale e psicologica.

Generalmente, l’entrata in menopausa è per lo più osservata in una fascia di età compresa tra i 45 e i 55 anni, ciò può variare a seconda di fattori genetici, razziali e nutrizionali, ma anche individuali e familiari.

L’entrata in questa fase prima dei 40 anni viene definita menopausa precoce, coincide con la perdita dell’attività ovarica anticipatamente, in maniera spontanea o indotta (farmacologicamente o tramite operazione chirurgica). E’ spesso anche indicata con il termine POF (Premature Ovarian Failure).

I sintomi possibili

Pur non trattandosi di una malattia, esistono dei disturbi che accompagnano spesso questa condizione, poiché si assiste a dei cambiamenti a livello del sistema ormonale:

a) Come manifestazioni immediate abbiamo l’alterazione del ciclo mestruale, sia per quanto riguarda la durata che per l’intensità del flusso.
b) Legate al primo sintomo si possono presentare variazioni umorali: aumento dell’ansia, dell’irritabilità e del nervosismo.
c) Sono comuni vampate di calore.
d) Disturbi del sonno: interruzioni durante la notte, insonnia.
e) Depressione.
f) Aumento del peso.
g) Sindromi urologiche: possono andare dall’aumento della diuresi per una diminuzione della capacità vescicale, al fastidio durante la minzione dovuto ad infezioni e infiammazioni frequenti.

Per far sì che questo cambiamento avvenga in maniera graduale e per ridurre la sintomatologia che spesso lo accompagna, è necessario seguire le indicazioni qui di seguito:

1. Fornire il corretto apporto di Omega 3-6-9omega2molto importante che i livelli di tutti e tre gli acidi grassi siano ben bilanciati). Questi sono precursori degli ormoni steroidei, la cui corretta sintesi è fondamentale, specialmente durante la menopausa.

2. Riequilibrare il rapporto estrogeni – progesterone. Lo sbilanciamento che si può verificare tra questi ormoni è causa anche dell’aumento di peso, dovuto principalmente all’accumulo di grasso, il quale rilascia un enzima, l’aromatasi* che trasforma il progesterone in estrogeni, aumentando ulteriormente l’accumulo di grasso. Spesso questo si accompagna anche a resistenza insulinica, che peggiora il quadro: è necessario quindi ripristinare una corretta sensibilità all’insulina, soprattutto tramite una dieta che fornisca pochi carboidrati e a basso indice glicemico, cibi ad alto valore nutritivo e la minore quantità possibile di cibi industrialmente lavorati.

3. Fare attività fisica. L’esercizio fisico contribuisce alla sintesi dell’ormone della crescita, GH (growth hormone), la cui produzione viene notevolmente ridotta dopo i 40 anni di età in assenza di attività fisica adeguata. Il GH ha un ruolo importante nel diminuire la resistenza alla leptina* e nel mantenimento della massa muscolare.

4. Un corretto apporto di minerali. I minerali magnesio1sono cofattori fondamentali per tutte le reazioni chimiche che interessano il nostro organismo e per la produzione degli ormoni. Andando più nello specifico: il magnesio è un cofattore che si rende necessario soprattutto nella diminuzione della resistenza insulinica. Il calcio invece aiuta nella prevenzione dell’osteoporosi, soprattutto nel caso di donne che hanno alti livelli di stress.

5. Un corretto apporto di vitamina D (25- OH). La vitamina D è anch’essa un cofattore per molte reazioni cellulari, è indispensabile inoltre per la prevenzione dell’osteoporosi, dell’insorgenza di tumori e per l’espressione di più di 3005 geni.

6. Le piante adattogene, come la Rhodiola, l’Ashwaganda e la Passiflora, aiutano a far sì che il cambiamento ormonale avvenga in modo graduale. Inoltre l’ultima nominata inibisce l’attività dell’aromatasi. Queste piante permettono quindi di gestire al meglio i cambiamenti umorali e i sintomi che riguardano la sfera psicologica.

L’importanza del cibo

Non dimentichiamo anche quanto possa essere importante nutrirsi nella maniera corretta, si può affermare che un regime a basso indice glicemico e a basso consumo di carboidrati aiuta il corpo nella ri-sensibilizzazione all’insulina. Questo permette un miglioramento del metabolismo dei carboidrati.

A tal fine è fondamentale eliminare i cibi industrialmente elaborati, seguendo una dieta di tipo misto – mediterranea, ma ad alto valore nutritivo.

dieta mediterranea1Cosa intendiamo per dieta “misto – mediterranea”?
Questo regime alimentare è caratterizzato sicuramente da un notevole consumo di verdure, ottima fonte di fibra, sali minerali e vitamine.

Inoltre, se pur limitato, è permesso il consumo di carboidrati quali pasta, pane o riso. I cereali, mangiati con moderazione, vanno scelti necessariamente integrali, perché più ricchi di fibra e con un indice glicemico inferiore.

Infine sono necessarie e fondamentali anche le proteine, che troviamo nelle uova, carne e pesce per lo più. Questi alimenti vanno consumati con frequenza maggiore rispetto ai cereali per agevolare la diminuzione del peso, evitare l’eccessivo accumulo di grasso e quindi ristabilire la giusta sensibilità all’insulina.

GLOSSARIO:
*Aromatasi: è un enzima chiave nella biosintesi degli estrogeni in quanto catalizza la reazione che a partire dal testosterone opera la sintesi di estradiolo.
*Leptina:è un ormone proteico che ha un ruolo importante nella regolazione del senso di sazietà. La leptina è uno dei principali ormoni prodotti dal tessuto adiposo.

Cura ut valeas!

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista
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Fonti:

http://search.proquest.com/openview/ac7fd7e0972dce5cef1f3346c57f15a6/1?pq-origsite=gscholar
http://linkinghub.elsevier.com/retrieve/pii/S1871402115000272?via=sd&cc=y
http://link.springer.com/article/10.2165/00007256-200333080-00005
http://www.cell.com/trends/molecular-medicine/abstract/S1471-4914(12)00244-4
http://advances.nutrition.org/content/7/1/25.short