Alla base dello studio e della definizione dei tipi alimentari si radica il concetto fondamentale di “individualità metabolica”, argomento di studio tuttora attualissimo nel mondo scientifico, in quanto rappresenta un prezioso strumento per comprendere al meglio il funzionamento del metabolismo.

Alla base, lo studio del metaboloma

Il metaboloma, riunendo tutte le sostanze e gli intermedi di reazione che partecipano ad ogni reazione fisiologica dell’organismo, rappresenta un sistema altamente dinamico, in grado di mutare continuamente, di secondo in secondo.

Questo lo rende un elemento di studio fortemente interessante, tanto che nel 2005 per la prima volta venne creato un database, completato nel 2007 e aggiornato costantemente nel corso dei successivi 7 anni, che riunisse, in toto, tutte le piccole molecole (minori di 1500 Da) presenti nelle cellule, nei tessuti e nei liquidi biologici, quindi in tutto l’organismo.

Questi elementi possono includere entità chimiche, come peptidi, amminoacidi, acidi nucleici, carboidrati, acidi organici, vitamine, minerali e qualsiasi altra sostanza chimica che possa essere utilizzata, ingerita o sintetizzata da una determinata cellula o dall’organismo.

Il metaboloma quindi può modificarsi nel corso di secondi o minuti e i cambiamenti possono essere causati da un enorme numero di fattori: da modificazioni ambientali in cui si trova l’organismo oppure dall’assunzione di cibo o a seconda dell’attività fisica svolta e dei livelli di stress a cui un corpo è sottoposto.

Correlazione tra l’individualità metabolica e il cibo

Diversi fattori influenzano l’individualità metabolica: tra questi troviamo la costituzione fisica, l’attività sportiva e lavorativa, l’ambiente circostante.

Lo studio, ancora in svolgimento, della fisiologia del corpo umano in relazione a ciò che mangiamo, rappresenta una branca ancora da scoprire completamente, che sta portando a conclusioni rivoluzionarie.

Sembra infatti che la velocità di respirazione da parte dei mitocondri, che possiamo tradurre come la capacità assimilativa giornaliera di tali organelli (possiamo anche definirla intensità metabolica) sia correlata alla condizione di salute (nello specifico alla longevità) e sembra che possa dipendere logicamente dall’alimentazione che sosteniamo.

Questo determinerebbe la presenza di tipi metabolici differenti, caratterizzati da velocità di metabolizzazione diverse, per le quali alcuni alimenti sono maggiormente consigliati.

Un ulteriore fattore che va ad influenzare il tipo metabolico e quindi a determinare i diversi tipi alimentari è la presenza nel nostro organismo di un sistema parasimpatico e simpatico.

In questo ambito infatti il sistema nervoso autonomo mette in moto dei meccanismi fisiologici e biochimici differenti a seconda che si trovi in simpaticotonia o in parasimpaticotonia e questo fa sì che, a seconda della condizione in cui si trova l’organismo, quest’ultimo possa necessitare maggiormente di alcuni nutrienti e meno di altri. Ciò significherebbe che il corpo può essere più portato per un cibo piuttosto che per un altro, in base allo stato che lo caratterizza in quello specifico momento.

L’applicazione pratica

Da qui si può capire quale possa essere, per il mondo scientifico, l’importanza di poter determinare i diversi tipi alimentari e di correlare quindi lo stato metabolico dell’organismo alla miglior scelta alimentare che possiamo fare per ottimizzarne le funzionalità, o addirittura, per ripristinarne il corretto funzionamento laddove fosse alterato.

Questo filone di ricerca intrapreso dall’EINuM, ancora da scoprire completamente, si pone lo scopo di studiare e sviscerare nel profondo l’applicazione dei tipi alimentari, in modo che possa diventare strumento accessibile e applicabile per ogni professionista che si interfaccia con la metabolomica.

Cura ut valeas!

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista
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Fonti:

http://www.wishartlab.com/projects/the-human-metabolome-project
https://en.wikipedia.org/wiki/Human_Metabolome_Database
http://www.hmdb.ca/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17202168
https://www.nature.com/articles/446008a
https://link.springer.com/chapter/10.1007%2F978-1-4614-1689-0_11
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/j.1474-9728.2004.00097.x
https://www.thieme-connect.com/products/ejournals/abstract/10.1055/s-0028-1116465
Book “Metabolic typing diet” T Fahey, WL Wolcott – 2008