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Il suffisso –ite, in medicina, indica infiammazione.
Il termine artrite descrive l’infiammazione delle articolazioni.
Ci sono oltre 100 diversi tipi di artrite (osteoartrite, artrite reumatoide, gotta, psoriasi, batterica,ecc.).
Le caratteristiche fondamentali dell’artrite sono il dolore e la limitazione dei movimenti.
Questi sintomi possono essere lievi, come una leggera rigidità mattutina delle articolazioni, fino ad arrivare al punto di avere una mobilità completamente limitata.
Secondo un vasto studio del Center for Disease Control degli USA (CDC), 1 adulto su 5 soffre di artrite diagnosticata ed è prevista una maggiore incidenza nei prossimi anni.
Non è esagerata la frase supportata da diversi ricercatori secondo cui una scoperta che curi l’artrite sarebbe più importante della scoperta di un trattamento per il cancro.
Si stima che la scoperta di quest’ultimo aumenterà la vita media di 2 anni, mentre il trattamento per l’artrite migliorerebbe la qualità della vita di 5 anni.
tipi di artriteLe 2 maggiori forme di artrite sono l’osteoartrite e l’artrite reumatoide.
L’osteoartrite colpisce la cartilagine (la parte elastica che ricopre le ossa nelle articolazioni) assieme all’osso che la supporta.
Sembra che sia dovuta all’usura e all’accumulo di lesioni delle giunture.
La principale caratteristica dell’osteoartrite è il consumo della cartilagine e la deposizione di calcio nelle articolazioni.
L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune in cui il corpo attacca le stesse articolazioni e gradualmente le distrugge.
Le giunture in questo caso sono colpite in modo simmetrico e per un lungo periodo.
L’artrite reumatoide interessa però anche altri organi, come il cuore, ed è una malattia che influenza la salute della persona a livelli multipli.
Entrambe le forme sono caratterizzate da un peggioramento costante e graduale della malattia e tutti i trattamenti sono mirati a ritardare il peggioramento dei sintomi.
È chiaro quindi che con il modo in cui è stato affrontato il problema fino ad ora tutto quello che possiamo offrire ai pazienti sono delle cure palliative.
Di certo non sono da sottovalutare tutti gli sviluppi che sono stati fatti in questo campo in termini di progressione della malattia e gestione del dolore, ma non possiamo dire in ogni caso che questo approccio porti a un miglioramento graduale e costante.
Parliamo sempre di un tentativo che si focalizza sulla riduzione della velocità di aggravamento. Fin dall’inizio, infatti, il peggioramento è dato per scontato.

Un nuovo approccio

Ho spesso menzionato negli articoli precedenti il cambiamento che sta prendendo piede in questi anni all’interno del pensiero medico.
Sembra che le scoperte degli ultimi 50 anni siano state tradotte in applicazione clinica ad una velocità pazzesca negli ultimi 4-5 anni.
Il modello corrente dei trattamenti per l’artrite è basato su un pensiero anatomico.
Guardiamo al corpo umano come se fosse una macchina in cui gli organi che lo compongono sono “parti” che gradualmente ed inevitabilmente si deteriorano.
Questo approccio si dimostra efficace nei problemi di salute acuti ed urgenti.
In caso di una botta al ginocchio, il ginocchio si gonfia e ci fa male.
Il colpo ha causato la distruzione di tessuti e il corpo ha cominciato quindi a ripararsi.
A questo punto comincia la produzione di sostanze che causano un aumento del flusso sanguigno, e il dolore.
Lo scopo di queste azioni è fornire nutrienti all’area (perfusione) e fare in modo che non la muoviamo (dolore) per ripristinare la normale funzione della zona interessata.
L’insieme dei processi descritti è chiamato infiammazione.
artriteL’infiammazione (area infiammata, scotta) è caratterizzata da dolore, rossore, calore e gonfiore, che avvengono non appena il corpo comincia a guarire l’area colpita.
È importante capire che l’infiammazione è il processo che permette al corpo di risolvere un problema.
Maggiore è il danno, più intenso sarà il processo di guarigione.
Nei nostri tentativi di ridurre il dolore che accompagna l’infiammazione usiamo medicinali e altri metodi indirizzati contro il dolore (antidolorifici, immobilizzazione) o contro l’infiammazione (antinfiammatori, ghiaccio).
Le cure palliative ci aiutano a sentirci meglio intanto che il nostro corpo ripristina e ricostruisce i tessuti danneggiati.
Questo non aiuta però la guarigione, anzi la ritarda in quanto ne riduce l’intensità.
Per guarire il nostro corpo da qualsiasi danno strutturale abbiamo bisogno di componenti e di energia per creare nuovi tessuti.
Lo stato nutrizionale dell’organismo e le riserve di amminoacidi, minerali, vitamine ed enzimi determinano la durata e il grado di guarigione di una lesione.
Quando questa è acuta ed isolata, il corpo è capace di ripristinare largamente le normali funzioni; ma quando abbiamo una danno cronico e le riserve sono ridotte dall’infiammazione, allora la capacità di ripristino della funzione è compromessa.
Se sapessimo cosa manca al corpo, allora potremmo agire secondo causa e non solo in modo palliativo.
Il nostro scopo oggi non è solo il sollievo sintomatico, ma il ripristino della funzione normale (Medicina Funzionale).
La valutazione dei componenti adeguati tramite specifici test che registrano le reazioni chimiche che avvengono nel nostro corpo (stato metabolico) ci apre nuove vie per la gestione delle malattie infiammatorie croniche.
Infatti, come già menzionato in un recente annuncio dell’Harvard University, “ Lo studio dello stato metabolico dell’organismo è un modo più semplice e accurato per valutare lo stato di salute..”

Cosa possiamo fare

La somministrazione di vitamine e nutrienti dopo la misurazione e la registrazione delle carenze può cambiare radicalmente il quadro della situazione.

Ingredienti naturali di cui siamo carenti e assunti a dosi terapeutiche, come

    • Vitamina D3
    • Vitamina K2
    • Magnesio
    • Glucosammina
    • Acidi grassi omega 3
    • Lisina
    • Prolina
    • Vitamina C

quando accompagnati da una dieta antinfiammatoria accelerano il processo di guarigione e riducono l’intensità dell’infiammazione stessa.

La velocità dello sviluppo e della crescita di tecniche per il monitoraggio e la registrazione dei processi metabolici nel corpo umano è strabiliante.
I metodi che fino a 5 anni fa avevano solo un’applicazione di ricerca ora hanno un’applicazione clinica, e ci permettono di riflettere la posizione del corpo accanto al trattamento sintomatico in tempo reale.
Il nostro corpo tende ad un equilibrio per arrivare alla migliore salute possibile.
Prima del 2500 Ippocrate disse che se le azioni del medico portavano benefico e non recavano danno, allora il paziente era curato.
Oggi più che mai possiamo aiutare con estrema precisione verso questa direzione.
Saluti!
I concetti di questo articolo sono sviluppati in maniera molto approfondita nel “Corso di Medicina Nutrizionale e Metabolomica”, il primo corso che insegna come utilizzare la nutrizione e l’integrazione alimentare per migliorare la condizione metabolica dei pazienti usando i dati scientifici all’avanguardia derivati dalla Metabolomica.

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Fonti:

www.medpagetoday.com/Rheumatology/Arthritis/22612?
health.in.gr/news/scienceprogress/article/?aid=1231113349
ard.bmj.com/content/69/6/1227.abstract
www.springerlink.com/content/01608014618m63x5/
www.nature.com/nrrheum/journal/v6/n7/full/nrrheum.2010.89.html
www.chem.harvard.edu/groups/saghatelian/research.php
en.wikipedia.org/wiki/Collagen
en.wikipedia.org/wiki/Connective_tissue_disease
www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18484089