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Questa è una delle testimonianze della dott.ssa Biologa Nutrizionista Francesca Marcon, membro del comitato scientifico di EINUMM che applica i principi della Medicina Nutrizionale e Metabolomica nella sua professione.

“Quando incontrai B. , mi disse che il suo obiettivo principale era solamente uno: perdere quella “pancetta” che tanto gli dava fastidio. A livello di salute stava bene, era solo un pò stressato dal lavoro e dal fatto che la figlia più piccola spesso interrompeva il suo sonno, cosa che gli causava parecchia stanchezza durante la giornata.

B. mi raccontò che faceva attività fisica abbastanza intensa circa 3 volte a settimana, e i risultati si vedevano sulla muscolatura di braccia e gambe.. ma non sulla pancia! Tant’è che il suo personal trainer a un certo punto lo indirizzò a me, perchè nonostante tutti gli addominali e gli esercizi mirati alla zona addominale l’accumulo di grasso persisteva.

Doveva pertanto esserci qualcosa a livello alimentare che necessitava di un cambiamento.

B. quindi mi raccontò delle sue abitudini di vita e mi disse anche che era curioso di sapere cosa stava sbagliando e come funzionasse il suo metabolismo. Gli dissi che insieme l’avremo scoperto, e cominciai quindi a fargli domande più specifiche sulla su alimentazione.

Già ascoltando cosa mangiava per colazione iniziai a capire quale fosse il lavoro da fare: biscotti o torte ogni mattina lasciavano presagire una resistenza insulinica che gli impediva di perdere peso. E infatti, visto anche il resto dei pasti, capii che si trattava proprio di questo: B. mangiava spesso patate, qualche cracker, un dolcetto dopo cena.. quei 10 kg in più erano quindi facilmente imputabili a questi alimenti che per un metabolismo proteico come il suo non erano per nulla indicati.

Gli spiegai pertanto quanto sopra: troppi carboidrati che favorivano l’accumulo di lipidi e quindi una conseguente difficoltà nel smaltirli. Gli feci anche notare di come la mancanza di un sonno adeguato incideva ulteriormente su questo fatto, a causa della maggiore produzione di ormoni dello stress da parte del corpo, e che quindi dovevamo fare alcuni cambiamenti. Aumentai le proteine e i grassi vegetali a discapito degli zuccheri, e introdussi anche dei pasti di sole verdure e grassi vegetali per non sovraccaricare il corpo di troppe proteine. In aggiunta gli consigliai anche un multivitaminico e un integratore a base di cannella, carnitina e complesso B per favorire il metabolismo dei grassi. infine gli diedi anche dei consigli per il sonno della bimba, in modo da aiutare anche su quest’altro fronte.

Gli spiegai poi la fase di riparazione e gli dissi che poteva mangiare una quantità superiore del cibo consigliato, senza preoccuparsi. L’obiettivo era portare il suo corpo a bruciare i grassi. Lo avvisai che sarebbe iniziata una fase in cui avrebbe avuto più fame perché si sarebbe trovato in condizioni di ipoglicemia, doveva riequilibrare lo sfasamento ormonale insulinico. Gli dissi che degli alimenti che gli avevo consigliato poteva mangiarne in grandi quantità se aveva più fame.
B. sembrava un pò stupito da quanto gli avevo detto, e infatti mi confessò che si aspettava una dieta molto restrittiva e pesata, e quindi era un pò confuso. Gli dissi che per far ripartire il metabolismo la strada era questa, per cui non doveva preoccuparsi: il mese dopo avremmo visto se quanto indicato era corretto. B. accettò la sfida.

Dopo un mese B. tornò per il controllo: “pensavo fosse molto più dura!”, mi disse. Aveva perso 3 kg, si sentiva un pò stanco, ma nel complesso stava bene. La vera svolta fu dopo altri 2 mesi però, in cui perse altri 6 kg ed effettivamente ormai la famosa “pancetta” era un ricordo.

Nel corso dei mesi successivi B. perse ancora un pò di peso, arrivando a una forma davvero invidiabile: più di 10 kg persi, 12 cm in meno di circonferenza addominale e 14 cm in meno di circonferenza del bacino. Ad oggi B. sta ancora mantenendo il suo peso ed è soddisfatto del percorso fatto, perchè non è solo dimagrito, ma ha imparato cosa vuol dire usare la nutrizione per stare bene.”

Dott.sa Francesca Marcon