Negli ultimi cinquant’anni abbiamo assistito purtroppo ad uno sviluppo incontrollato e spropositato di casi di tumore, i più svariati.

Ci sono fattori che possono aver contribuito alla comparsa di tali malattie, pur colpendo esse organi e tessuti diversi?

Stile di vita moderno, il rovescio della medaglia

Se in quest’ultimo secolo l’uomo ha fatto enormi passi da gigante in ogni campo della ricerca e della tecnologia, ha raggiunto anche però stati di infiammazione e stress, metabolici e non, inimmaginabili. Perché?

Purtroppo il tempo e gli strumenti, che il nostro fisico ha per riparare i danni che subisce costantemente, sono diventati molto limitati. Sappiamo infatti che il nostro corpo cerca naturalmente di sistemare ciò che è riparabile, in maniera autonoma, ma per farlo necessita di molte sostanze nutrizionali e di alcune condizioni “psicofisiche”.

Per quanto riguarda il primo punto, ossia il bisogno di elementi nutrizionali, lo stile di vita che seguiamo al giorno d’oggi risulta essere un grosso ostacolo: ciò che mangiamo è poverissimo di nutrienti e ricchissimo di sostanze estranee, quindi oltre ad aggravare continuamente la carenza di vitamine, amminoacidi e sali minerali, diamo al corpo un lavoro in più da svolgere, cioè eliminare le sostanze chimiche e in parte tossiche che introduciamo, anche involontariamente, con alcuni cibi.

Inoltre vivere a ritmi frenetici, particolarmente stressanti, innesca nel nostro organismo una costante produzione di ormoni, cosiddetti ormoni dello stress (adrenalina, cortisolo ad esempio), che mantengono il fisico sempre “sull’attenti” in modo da reggere tali ritmi nel miglior modo possibile. Questa condizione non dà al corpo la possibilità di riparare i tessuti, di avere un buon sistema antiossidante per combattere lo stress ossidativo causato dall’eccessiva presenza di radicali liberi, di avere un buon sistema di difesa, di digerire bene i cibi in modo da assorbirne i nutrienti, e tanto altro ancora.

E’ come se un impiegato, per gestire una situazione di emergenza, continuasse a posticipare e quindi ad accumulare altri piccoli e facili lavori di routine, questa situazione straordinaria se perdura per un breve periodo poi è facilmente risolvibile, se invece continua per molto tempo, diventa caotica e ingestibile.

L’epigenetica

Tutto questo significa che non è solamente il DNA a definire il nostro destino in riguardo alla nostra salute. Certo il codice genetico influenza il risultato finale, si è calcolato però che influenza la manifestazione di una malattia entro un margine che non supera il 25%. Per il restante 75% la nostra salute viene regolata da altri fattori, è qui che interviene l’epigenetica.

Dal greco epigenetica significa “al di sopra della genetica”, ed è la scienza che si occupa di quei fattori che influenzano l’espressione genica, cioè il modo con cui i geni rispondono a stimoli esterni come la nutrizione, il carico tossico, le carenze di nutrienti, il nostro umore, l’esercizio fisico, ecc.

Tali fattori sono quindi fondamentali e non vanno sottovalutati nel trattamento di alcune patologie, come potrebbe essere un tumore, poiché anche da essi può dipendere una precisa risposta del nostro organismo.

Possibili carenze associate alla presenza di tumori

Viene da se che è indispensabile cercare di colmare quelle carenze che se si accumulano vanno ad aggravare la situazione.

Quali sono allora quelle mancanze di nutrienti, altamente collegate alla comparsa e alla gestione di tumori? E come si può intervenire in merito?

1) OSSIDAZIONE

antioxidants1In caso di tumore il nostro corpo subisce dei forti danni dovuti a stress ossidativi, ossia l’organismo produce più radicali liberi di quanti poi ne riesca ad eliminare. Questo squilibrio provoca dei danni indistintamente a tutti i tessuti, infatti i radicali liberi sono molecole altamente reattive in grado di danneggiare qualsiasi tipo di struttura cellulare: DNA, lipidi e proteine.

E’ fondamentale limitare i danni da stress ossidativo sostenendo e potenziando il nostro sistema antiossidante, ossia tutti quei processi di difesa che è in grado di mettere in moto il nostro corpo, grazie a particolari elementi, al fine di eliminare i radicali liberi.

Parte di questi elementi vengono introdotti dall’esterno, altri vengono prodotti dal corpo stesso, in entrambi i casi, l’integrazione di particolari sostanze aiuta fortemente nel rinforzare tale sistema antiossidante.

Le sostanze più utili sono: picnogenolo, luteina, astaxanthina, N-acetil-cisteina, bioflavonoidi, nicotinammide, ubiquinolo, glutatione, vitamina C, vitamina E, acido alfa lipoico, estratto di tè verde EPGC, bromelina, prolina, lisina, estratto della curcuma.

Ci sono alimenti ottimi, in quanto ricchi di tali sostanze antiossidanti, come ad esempio l’acerola, l’ananas, i frutti rossi, gli agrumi, molte verdure come il cavolo, gli spinaci, il radicchio, il pomodoro.

A volte però, non è sufficiente introdurre queste sostanze solo attraverso il cibo, ed è caldamente consigliata una supplementazione aggiuntiva, che abbia una dose concentrata di tali principi attivi.

2) DISFUNZIONE MITOCONDRIALE

I mitocondri sono degli organelli in cui ha sede il metabolismo energetico che serve a rifornire tutti i tessuti e organi dell’energia necessaria a svolgere le proprie funzioni. Se i mitocondri non svolgessero il loro ruolo al meglio, ne ripagherebbero tutti i tessuti e organi, sono quindi essenziali.

E’ importante quindi “sostenerli” attraverso un buon apporto di ubiquinolo, nicotinammide, acido alfa lipoico, magnesio, minerali, NADH. Con questo si eviterebbe un’ulteriore produzione di radicali liberi che poi se accumulati vanno a creare una condizione di stress ossidativo.

3) STRESS MENTALE

In caso di tumore è fondamentale anche la gestione dello stress psicologico, e per fare questo possono rivelarsi un prezioso aiuto delle sostanze, cosiddette adattogene, estratte da alcune piante come la Rhodiola, la Passiflora e la curcuma. Queste aiutano a riequilibrare quei livelli ormonali, che come visto nell’introduzione, vengono altamente prodotti nelle fasi in cui il corpo è molto sotto stress e che se prodotti costantemente provocano numerosi squilibri biochimici e metabolici.

4) SBILANCIO OMEGA 3, OMEGA 6

Per assicurare un buon sistema di difesa, non andando ad alimentare eventuali infiammazioni, è importante monitorare il rapporto tra omega 6 e omega 3. Solitamente il rapporto è altamente sbilanciato verso gli omega 6, che troviamo in grandi quantità negli oli vegetali, e nei cibi lavorati industrialmente. Un buon rapporto tra tali molecole è di 5:1.

A maggior ragione in caso di tumore, è molto importante poter fare affidamento ad un buon sistema immunitario, forte. La nostra alimentazione quindi deve essere ricca di grassi buoni, di omega 3 ricavati dal pesce, e dall’olio di semi di lino, di omega 9 dall’olio extravergine mandorle1d’oliva, e di grassi “buoni” che troviamo nella frutta secca, nelle olive, nel burro di cocco e nell’avocado. Questi per altro aiutano a riparare i danni a livello cellulare.

5) IPERINSULINEMIA

Cercare di mangiare al meglio, limitando al massimo l’apporto di zuccheri raffinati e di carboidrati complessi come pasta, pane, pizza e patate, aiuta a gestire i livelli di glucosio nel sangue, evitando una sovrapproduzione di insulina, la quale risulta essere un forte fattore di crescita per le cellule cancerogene. Senza contare il fatto che grosse quantità di zuccheri, porta poi il corpo ad una condizione di insensibilità all’insulina, detta anche resistenza all’insulina, fase che precede la condizione diabetica.

6) LA VITAMINA D

Un corretto apporto di vitamina D (25- OH) e dei cofattori che ne permettono l’assorbimento è fondamentale. La vitamina D è anch’essa un cofattore per molte reazioni cellulari, è indispensabile oltre che per la prevenzione dell’osteoporosi, anche dell’insorgenza di tumori e per l’espressione di più di 3005 geni.

Cura ut valeas!

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista
_________________________________________________________

Fonti:

“Come vivere 150 anni” Dr. Dimitris Tsoukalas, ed TGBOOK 2013
http://breast-cancer-research.biomedcentral.com/articles/10.1186/bcr989
http://www.pnas.org/content/99/4/1876.short